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Wheelchair hockey. La sfida che sconfigge il dolore.
Uliano Conti, il fotografo della manifestazione, ha scritto questa bellissima lettera.
Ogni anno Milano accoglie l'autunno con la settimana della moda, interminabili code di automobili in centro, seguite da orde di addetti ai lavori diretti alle leggendarie sfilate. Fortunatamente in città accade anche qualcos'altro. Qualcosa che riguarda non la "minoranza rumorosa" del glamour, ma individui comuni che la malattia ha reso speciali.
Il primo di ottobre si è infatti tenuta al Palalido la finale della primaedizione di Supercoppa Italiana
di Wheelchair hockey, l'hockey su carrozzina elettrica
praticato da persone con grave handicap motorio, come
la distrofia muscolare.
Il match ha visto contrapporsi, tra un pubblico rumoroso
e partecipe, gli Skorpions Varese, campioni
d'Italia in carica, e i Thunder Roma, primi
nella precedente stagione sportiva. L'iniziativa è
stata organizzata dal Comune di Milano, in collaborazione
con la Federazione Italiana Weelchair Hockey Onlus
(FIWH), associazione dedita a una disciplina sempre
più diffusa, che vede venti squadre su tutto il territorio
nazionale, duecentoventi atleti e dieci regioni rappresentate,
un campionato che cresce da dodici anni a questa parte.
Come è noto, ma serve comunque ricordarlo, con il
termine generale di distrofia muscolare si indica
un gruppo di malattie ereditarie, non contagiose,
caratterizzate dal progressivo indebolimento dei muscoli
volontari, la degenerazione dei quali è un processo
lento, che varia a seconda del tipo di patologia e
che, avanzando, porta all'indebolimento della persona
e, nelle forme più gravi, alla perdita completa della
capacità di camminare e di stare in piedi.
Oltre a manifestarsi per mutazione genetica nel paziente,
la distrofia muscolare si trasmette dai genitori (generalmente
portatori sani) ai figli.
Il dolore e le difficoltà non hanno impedito il costituirsi
delle due squadre sfidatesi a Milano. La prima a formarsi
è la Thunder Roma.
Nel 1996, infatti, alcuni ragazzi soci e utenti della
sezione laziale della U.I.L.D.M. (Unione Italiana
Lotta Distrofia Muscolare) decisero di riunirsi ed
allenarsi per giocare a wheelchair hockey.
La storia della varesina, nata "da un sogno nel
cassetto" del già capitano della compagine azzurra
Claudio Carelli, è rappresentativa della forza
d'animo di chi pratica questo sport.
Nel giugno 2003 al momento di iniziare una partita
a Besnate, organizzata dalla U.I.L.D.M., "purtroppo,
o forse per fortuna", scrive sul sito degli Skorpions
capitan Carelli, "mancavano dei giocatori e si chiese
a qualcuno degli spettatori di gettarsi nella "mischia".
Vennero "obbligate" quattro persone (Tiziano
Fattore, Annamaria Cremona, Luca Mercuri
e Gianfranco Santeramo), che costituirono poi
il nucleo della formazione.
E' con questo spirito di "gettarsi nella mischia"
che tanti hanno iniziato e continuano con successo
a giocare a wheelchair hockey, disciplina davanti
alla quale è necessario esplicitare un pensiero.
Siamo qui a parlare, in primis, di sport. Non di uno
sport destinato/riservato ai diversamente abili.
Uno sport e basta, inteso come "Attività che
impegna sul piano dell'agonismo oppure dell'esercizio
individuale o collettivo, le capacità fisico psichiche,
svolta con intenti ricreativi o come professione".
Questa definizione "da vocabolario" è pienamente
realizzata nel match Skorpions Varese - Thunder Roma,
così come in tutti gli altri che si disputano in Italia
e in Europa.
L'agonismo si manifesta nell'intensità e nei continui
rivolgimenti del gioco.
I varesini hanno infatti aperto la gara con un goal
dell'attaccante Tiziano Fattore, alla quale
ne sono seguiti altri quattro.
Non è bastata la tenacia e la lotta dei Thunder per
pareggiare, sebbene due reti abbiano fatto sperare
l'agguerrita formazione romana.
Sono però le parole dei giocatori a simboleggiare
bene l'impegno messo da tutti per la vittoria, conquistata
"con le unghie e con i denti", secondo l'espressione
di Claudio.
"Ce l'abbiamo messa tutta. Ha vinto una bella squadra
e soprattutto ha vinto lo sport" dichiara a fine
partita Marco Lazzari, centravanti e bomber
dei Thunder, con uno spirito di fair play da fare
invidia agli strapagati idoli calcistici della domenica.
L'esercizio individuale si concretizza nella fatica,
nella gioia o nella delusione (polemiche arbitrali
comprese) di ogni giocatore, così come negli scambi
di indicazioni tattiche, nei gesti rivolti al proprio
pubblico si vede lo sforzo corale, il gruppo che lotta
insieme, del quale fanno parte anche genitori e parenti,
quanto mai umani, partecipi, e tutti vincenti.
Al di là del punteggio, la vittoria più grande è stata
quella di ogni componente delle due squadre, dal più
piccolo, il romano Marco Ferrazza di appena
12 anni, al più grande, il sessantaquattrenne Michele
Rizzi portiere dei Thunder, soprannominato The
Wall.
Le capacità fisico psichiche messe in campo sono enormi.
Quasi un'ora di gioco ha mostrato ciò che già era
chiaro a tutti solo vedendo schierarsi in campo i
giocatori.
La prospettiva di ognuno di loro è quella di un campione,
che non bada a se stesso, ma alla squadra e agli altri,
sia nel match, che nella vita quotidiana.
Non pensa solo che lo sport può essere utile "A
non chiudersi vergognandosi della propria malattia,
ma a girare a testa alta per il mondo" , ma anche
e soprattutto "Al fatto che vedere il sorriso sulla
faccia di questi ragazzi è una gioia incontenibile".
Le parole di Claudio chiedono solo di essere rilette
e sottolineate.
Sono infatti testimonianza vissuta e vera di come
colui che soffre o che ha sofferto non finisce per
pensare tanto a se stesso, ma soprattutto al prossimo
suo simile, "Ai miei ragazzi che sono fantastici".
"Capacità fisico psichiche" diventa un termine
riduttivo per indicare questo amore verso il prossimo.
Al fine partita dal presidente della Federazione Italiana
Wheelchair Hockey, Dottor Antonio Spinelli,
arriva un ringraziamento a coloro che vi hanno assistito.
Dovrebbe essere però il contrario, siamo noi a dover
ringraziare per la lezione ricevuta, spesso dimentichi
dei veri valori, e quindi unici, della vita.
SKORPIONS vs THUNDER 5-2
Il Comune di Milano Assessorato alla Salute e Assessorato allo Sport con la Federazione Italiana Wheelchair Hockey hanno organizzato la prima Supercoppa Italiana il giorno 1° Ottobre 2007 alle ore 10.30 presso il Palalido di Milano in Piazza Carlo Stuparich, 1 si sono incontrati: Skorpions Varese - Thunder Roma Gli Skorpions, battendo per 5 a 2 la squadra Romana, aggiungono al loro Palmares anche la Supercoppa, in evidenza i 5 goal di Tiziano Fattore che era in splendida forma.